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DIFESA CIVILE - PROTEZIONE CIVILE

RISCHIO RADIOLOGICO-BIOLOGICO

SR13.4 RG001

 

Sezione2

Attraverso il D.Lgs n°81 del 9 aprile 2008 sonos stati classificati gli agenti noti come possibili cause di malattie infettive in soggetti umani, gli agenti sono elencanti nell'allegato XLVI in batteri e organismi simili, virus, funghi e parassiti. L'articolo 268 Classifica gli agenti biologici nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione:

agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;

agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

In una comunità quando il numero di casi di infezione eccede il numero di casi previsti per quel tipo di agente infettante si parla di epidemia. Un'epidemia può essere limitata ad una determinata zona; tuttavia, se l'epidemia si diffonde ad altri paesi o continenti e colpisce un numero considerevole di persone, viene più correttamente definita con il termine di pandemia. Le autorità sanitarie, prima di poter dichiarare l'esistenza di un'epidemia debbono avere ben presente il tasso di incidenza di quella determinata malattia, limitatamente a quella specifica popolazione: questa grandezza costituisce il "normale" valore di riferimento.

Affinché si sviluppi un'epidemia è necessario che il processo di contagio tra gli individui interessati sia abbastanza facile. Tuttavia non è facile che un'epidemia cessi, poiché l'agente infettante che l'ha scatenata potrebbe evolversi con il tempo in modo da acquisire un'invulnerabilità nei confronti di farmaci che lo hanno già contrastato. Nel caso in cui gli individui colpiti siano animali, l'epidemia prende il nome di "epizoozia".

Si differenzia dall'endemia, che sta ad indicare la presenza stabile e costante, in una popolazione o in un determinato territorio, dell'agente responsabile della malattia, il quale circola dando luogo ad un numero di casi più o meno elevato, ma sostanzialmente stabile, in un determinato arco temporale.

Lo stato di epidemia e di pandemia viene dichiarato dall'Autorità Sanitaria.

Nell'ambito della protezione civile il rischio sanitario (quindi anche il rischio biologico) è sempre da considerarsi in conseguente ad altri rischi o calamità, tanto da esser definito come un rischio di secondo grado.

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Download  "Sezione 2 - Emergenza profughi SR.13.4 Rischio Biologico" del Piano di Protezione Civile Sovracomunale
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