L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare posizione geografica, situata nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica. La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale della Penisola, lungo la dorsale appenninica (Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri, Beneventano, Irpinia), in Calabria e Sicilia e in alcune aree settentrionali, come il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. (fonte: www.protezionecivile.gov.it)
Cos’è il terremoto?
Le rocce che formano la crosta terrestre subiscono continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra. Quando gli sforzi superano il limite di resistenza delle rocce, queste si rompono all’improvviso liberando energia che si propaga, sotto forma di onde sismiche, dall’ipocentro in tutte le direzioni, generando il terremoto.
Qualche volta la frattura che genera il terremoto, chiamata faglia, è visibile in superficie e forma la scarpata di faglia, una deformazione permanente che è l’effetto del processo avvenuto in profondità.
La rottura delle rocce libera una enorme quantità di energia, che a sua volta genera delle potenti oscillazioni che si propagano nella Terra: le onde sismiche. Un terremoto ne genera diversi tipi. Le principali sono le onde P e le onde S. Le onde P (come “Prime”) fanno vibrare il suolo nella stessa direzione in cui si propagano; comprimono e dilatano in successione le rocce che attraversano, come una fisarmonica. Invece le onde S (come “Seconde”) fanno vibrare le rocce perpendicolarmente rispetto alla loro direzione di marcia, come una corda che viene scossa.
Negli ultimi 1.000 anni ci sono stati circa 260 di magnitudo Mw pari o superiore a 5.5 – in media uno ogni quattro anni (Fonte INGV - CPTI11).
Le scale di misurazione
I terremoti si misurano con Magnitudo e Intensità. La magnitudo (di norma misurata attraverso la scala Richter - ML) e l'intensità macrosismica (di norma misurata tramite la scala Mercalli Cancani Sieberg - MCS) sono le due misure principali della "forza" di un terremoto.
Si tratta di due scale non equivalenti poiché : mentre la magnitudo misura l'energia sprigionata da un terremoto nel punto in cui esso si è originato (ipocentro), l'intensità misura degli effetti che il terremoto ha prodotto sull'uomo, sugli edifici presenti nell'area colpita dal sisma e sull'ambiente.
La magnitudo è una misura fisica che dipende soltanto dall'energia sprigionata dal terremoto nel punto in cui si è generato. La magnitudo di un evento sismico viene calcolata in pochi minuti mentre per fissare il valore preciso dell'intensità è necessario attendere la raccolta dei dati oggettivi sui danni prodotti dal terremoto. E' possibile in ogni modo, conoscendo la magnitudo, associare ad essa un'intensità teorica presunta. Tale intensità teorica viene tempestivamente comunicata dall'INGV alla Protezione Civile.
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