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Venerdì, 24 Maggio 2019 08:05

Maltempo maggio 2019, decretato lo stato di crisi regionale

Bologna - Il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha decretato lo stato di crisi regionale per gli intensi eventi meteorologici che hanno flagellato il territorio regionale nel corso del mese di maggio 2019. Lo stato di crisi, che ha unadurata di 180 giorni su tutto il territorio regionale a partire dalla data di adozione del decreto n.72 del 20 maggio 2019 (ovvero fino al 16 novembre 2019), permette all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile di avviare interventi urgenti per fare fronte a situazioni di pericolo nonché di adottare tempestive misure temporanee di assistenza a nuclei familiari evacuati dalle abitazioni.

Il Presidente della Regione aveva già inviato nei giorni scorsi al presidente del Consiglio Conte la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale.


Il maltempo di maggio 2019

A maggio 2019 l’Emilia-Romagna è stata interessata da abbondanti precipitazioni, forti raffiche di vento, nevicate e mareggiate. 
Tra domenica 5 lunedì 6 maggio una perturbazione di origine artica ha portato venti di burrasca sulla costa e sulle pianure, forti mareggiate sul litorale da Ferrara a Forlì-Cesena, temporali diffusi e nevicate abbondanti in Appennino con accumuli anche a quote collinari. Questi fenomeni hanno determinato piene moderate dei fiumi collinari dal reggiano al bolognese con conseguenti frane, sradicamenti o rotture di alberi, interruzioni e disagi nella circolazione stradale, interruzione delle linee elettriche e telefoniche con un picco di disalimentazioni di circa 15.000 utenze, diffuse erosioni della spiaggia, ingressioni marine e danni localizzati alle infrastrutture balneari. Enormi quantitativi di materiali provenienti dai fiumi si sono depositati sulle spiagge del litorale riminese.

Successivamente, sabato 11 maggio, forti raffiche di vento hanno interessato le aree di pianura e collinari dell’Emilia-Romagna provocando vasti danni sul territorio. Nei giorni seguenti, dal 12 al 14 maggio altre precipitazioni diffuse ed abbondanti dal Reggiano alla Romagna hanno provocato, accelerando anche lo scioglimento del manto nevoso, piene fluviali eccezionali con superamento dei massimi storici. Sul territorio gli effetti sono stati importanti: rotte fluviali, sormonti di argini, rigurgiti dai reticoli minori, occlusioni di ponti a causa della vegetazione accumulata, erosioni spondali ed arginali, esondazioni localizzate, con conseguenti allagamenti ed evacuazioni, numerosi dissesti e criticità sui versanti, sulle reti infrastrutturali dei servizi, sul sistema residenziale e produttivo. 
In particolare si è verificata la rottura degli argini del fiume Montone a valle dell’Autostrada A14 che ha comportato l’allagamento delle frazioni di Villafranca (Forlì) e di Reda (nel Faentino); del fiume Savio che ha provocato danni a valle dell’abitato di Cesena; del torrente Sillaro presso la frazione di Sasso Morelli (Imola). Inoltre l’allagamento delle aree golenali lungo il fiume Secchia a valle della cassa di espansione, nel territorio di Campogalliano (Mo) e lungo il fiume Panaro, nel Modenese, hanno arrecato danni agli edifici e alle attività presenti. Interrotta temporaneamente la circolazione ferroviaria sia nel modenese sia in Romagna, nonché la chiusura temporanea della viabilità principale e secondaria in corrispondenza delle intersezioni con le aste fluviali sia in via precauzionale a causa dei livelli raggiunti dai corsi d’acqua, sia per l’esecuzione di interventi di somma urgenza per ripristinare le rotture arginali e rimuovere la vegetazione che ostruiva la luce dei ponti, con gravi disservizi sulla viabilità e disagi notevoli per la popolazione e per le attività economiche e produttive.

L'intervento dell’Agenzia

L’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile è intervenuta operativamente in raccordo con i Vigili del fuoco per gli interventi di soccorso urgente; con AIPo e i consorzi di Bonifica per il contenimento ed il ripristino delle opere di difesa; con le Prefetture, i Comuni coinvolti ed il Dipartimento nazionale per rispondere alle richieste dal territorio, attivando le strutture operative ed i volontari nella gestione delle criticità.

Sulla base degli interventi effettuati e di una speditiva ricognizione sono stati rilevati danni in tutto il territorio regionale: alle infrastrutture, con interruzioni della viabilità e dei servizi pubblici essenziali, al tessuto economico-produttivo ed agricolo e al patrimonio edilizio pubblico e privato. Sono stati necessari interventi di somma urgenza per rinforzare temporaneamente gli argini, pulire e mettere in sicurezza le aree allagate e consentire il rientro della popolazione evacuata nelle abitazioni, riaprire la viabilità interrotta, ridurre il rischio residuo.

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